ARCHIVI APERTI 2024 – LA PASSIONE CHE MUO...
ARCHIVI APERTI 2024 XII EDIZIONE DAL 24 NOVEMBRE AL 6 DICEMBRE LA PASSIONE CHE...
L’archivio storico, a partire dalla metà degli anni ’80, è stato oggetto di un primo riordino, da parte dell’Archivio di Stato di Livorno, che ha provveduto alla riorganizzazione dei vari fascicoli ed alla relazione finale di un Inventario dettagliato dei documenti. Questo riordino ha reso possibile la fruizione e l’accesso ai documenti che fino ad allora erano depositati in varie strutture.
Dal 2008 attraverso una procedura di outsourcing archivistico, il materiale documentale dell’archivio post unitario e di deposito è stato affidato ad una ditta esterna che ne cura la gestione e la conservazione. Per quanto riguarda invece gli atti del periodo preunitario, che vanno dai primi anni del 1500 al 1870 (circa 200 pezzi), sono conservati presso la locale Biblioteca comunale sotto la responsabilità dell’Ufficio Servizi al Cittadino (Archivi).
Nel 2001 è stato redatta una nuova copia dell’inventario con una descrizione più dettagliata degli atti conservati.
L’archivio ha inizio però con i documenti prodotti nel 1500 quando il territorio era sotto la dominazione della famiglia Medici pur essendo già citato il nome del luogo nel 1178 in una bolla papale di Alessandro III. Sotto la dominazione della potente famiglia fiorentina, il territorio fu oggetto di varie operazioni relative all’aspetto idrogeologico che consentirono di effettuare interventi di bonifica in modo da consentire un migliore sfruttamento dei terreni. Molti documenti sono infatti relativi al pagamento dei dazi sopra i Poderi e le terre.
L’epoca della Mairie inizia con l’elezione di Collesalvetti a capoluogo e comprendeva un territorio scorporato dalla comunità di Fauglia nel quale erano compresi: Castellanselmo, Colognole, Nugola, Guasticce, Vicarello, Parrana San Giusto e il Gabbro.
Gli atti del censimento del 1841 forniscono molteplici informazioni sulla situazione sociale di un territorio la cui popolazione, che era quasi raddoppiata rispetto al periodo napoleonico, si dedicava per l’80% all’agricoltura.
Numerosi documenti e manifesti testimoniano anche il momento dell’annessione all’Italia unita nel 1860.